La sto aspettando.Come ogni sera che si rispetti arriverà in ritardo inventando le più bieche scuse.
Ma anche questo fa parte del suo fascino.
Col suo inebriante profumo di vaniglia mi coprirà di baci e parole al vento che io non ascolterò, preso e rapito dal suo turbinare.
Come quella sera di autunno in cui le foglie cominciavano a cadere dagli alberi nella piazza ma ancora qualcosa di estate era nell'aria e quella maglietta che mi stava tanto bene potevo ancora permettermela.
Era la prima volta.
Non ci mise un minuto ad incantarmi col suo sguardo maliardo e felino.
I suoi vestiti dallo stile zingaresco facevano di me un accompagnatore inusuale, fu forse questo stridere gioioso che ci fece avvicinare un poco di più, a quel tavolo alla Castiglia.
E ascoltare che fai l'infermiera, che vuoi andare in Africa, che credi a quello questo e quest'altro, tutte queste cose e molte altre fummoproprio noi quella sera di Settembre.
A ripensarci ora mi sembrano storie raccontate da un paroliere un poco ubriaco in una serata di scarso successo, le risate molto facili e scontate, te che poco a poco vuoi sapere di me, chi sono e chi non sono.
La conosci benissimo anche ora, che sono un poco tuo, la difficoltà ad aprirmi, a farmi di un altra in tutto e per tutto e quel mio distacco di perpetuo disincanto dalle cose del Mondo.
Ma sai prendermi, e farti aspettare e desiderare, hai giocato bene le tue carte, con calma, e hai vinto.
Come ora, che mai più starei al freddo ad attendere il tuo arrivo che sa sempre di apparizione, molto.
E poi sai farmi ridere.Lo sai quanto è difficile.
Una sera ci siamo ubriacati nel prato lassù in collina, con la candela che mandava onde di luce nel nero della notte, e io e te sulla copertina a ridere abbracciati, con della gente che va e che viene che non sai se sono pazzi o cosa.
Epperò ora esageri.
Va bene il quarto d'ora accademico che se dobbiamo vederci a una certa ora prendiamo per buona la mezz'ora prima, ma ora esageri sul serio.
Una volta me ne sono pure andato, ecchecacchio.
Ma sei bellissima e il tuo fascino sa farsi perdonare tutto.O quasi.
D'incanto, il suo profumo, il suo passo, le sue mani subito attorno alla vita e quel morbido dolce che preme sulla mia schiena.
Poi i capelli, di nuovo il profumo, più forte ora, e le labbra, finalmente, la mia lingua subito con la sua, nell'Abbraccio.
"Scusa il ritardo".
"Figurati.Ho pensato a noi.Magari lo scrivo, un giorno o l'altro..."
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2 comments:
Bella questa foto... secondo me dietro la fitta nebbia si cela un delizioso scorcio del celeberrimo LAGHETTO DEL CIANCIA!!!
carissimo anonimo
ti stai per tradire...pochi oltre a me sono a conoscenza di postacci simili...
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